Incontro con Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale

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Incontro con Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale

All’esito delle cinque giornate di visite svolte dal Collegio del Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale nella nostra Regione ed in particolare presso l’Istituto di Pena di Parma, si è tenuto nella giornata di ieri un incontro alla presenza dell’avv. Daniele Carra, quale presidente della CP di Parma, dell’avv. Michele Cammarata, quale vicepresidente, e dell’avv. Monica Moschioni, Responsabile dell’Osservatorio Carcere della CP di Parma, nonché del Garante Comunale Roberto Cavalieri, nel corso del quale sono state confermate le criticità già segnalate dalla Camera Penale di Parma e dall’Osservatorio Carcere di Parma in ordine all’Istituto di pena con il verbale della riunione avvenuta in data 17.11.2020 su richiesta dei Direttivi delle Camere Penali di Reggio Emilia, Parma e Piacenza con i Magistrati di Sorveglianza di Reggio Emilia e la Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna.

In particolare è stata accertata l’assegnazione al SAI (ex centro clinico) di un numero di detenuti ben superiore rispetto alla capienza regolamentare dello stesso e la presenza in Istituto di un numero considerevolmente elevato di detenuti malati, anche in età molto avanzata, con sproporzione in difetto del personale medico ed infermieristico, tale da rendere impossibile una risposta terapeutica adeguata o addirittura maggiore rispetto agli Istituti di Pena dai quali i detenuti sono stati trasferiti per essere assegnati a Parma, in ragione dell’esistenza di un SAI, allo scopo di ottenere cure più adeguate.

Questo dato è particolarmente preoccupante in primo luogo per la frequenza, soprattutto in periodo emergenza sanitaria da COVID19, di provvedimenti ministeriali di trasferimento di detenuti verso il carcere parmense, proprio in ragione della idoneità “sulla carta” della struttura penitenziaria a rispondere alle peculiari esigenze di cura di malati con patologie gravi provenienti dall’intero territorio italiano, ed in secondo luogo per la minima incidenza rispetto a tale popolazione detenuta dei provvedimenti di accertamento della incompatibilità delle condizioni di salute con la detenzione intramuraria e conseguente disposizione di differimenti pena o di detenzioni domiciliari, anche in luogo di cura esterno, in quanto è stato riscontrato dall’Ufficio del Garante che sia il Tribunale di Sorveglianza di Bologna che l’Ufficio di Sorveglianza di Reggio Emilia ne hanno emesso un numero minimo.

E’ stata, inoltre, riscontrata l’assenza di una vigilanza effettiva da parte della Magistratura di Sorveglianza di Reggio Emilia sull’Istituto di Pena di Parma, dovuta alla mancanza di accessi frequenti dei Magistrati  presso l’Istituto, anche solo al fine di svolgere colloqui con i detenuti, condizione che acuisce ancora di più la “storica”  ed ormai cronica condizione di ritardo nelle risposte giudiziarie ai vari reclami e sollecitazioni proposti dai detenuti allocati nel ns Istituto.

E’ stata, infine, accertata, quantomeno con riferimento ai detenuti del regime differenziato ex art. 41 bis o.p., una prassi costante di mancata immediata esecuzione da parte dell’Amministrazione Penitenziaria dei provvedimenti di accoglimento dei reclami da parte della Magistratura di Sorveglianza, con necessità di attivare procedure di ottemperanza e con ulteriore aumento del carico per l’Ufficio di Sorveglianza, già gravato da un imponente arretrato.

Riteniamo che la visita del collegio del Garante Nazionale sia un passo importante per la segnalazione delle problematiche del ns Istituto di Pena e dell’Ufficio di Sorveglianza di Reggio Emilia e possa costituire uno stimolo effettivo alla loro risoluzione, come da anni invocato anche dalla Camera Penale di Parma in concerto con il Garante Comunale.

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